2° Principio del Coaching Umanistico: LA LOGICA AFFERMATIVA
Il Principio della Logica Affermativa permette di trasformare un problema in un’impresa di cambiamento. La coscienza fa un allenamento combinato, come nel triathlon quando al ciclismo segue la corsa. Da un lato trasforma le rappresentazioni mentali e sentimentali con cui legge la realtà, dall’altro allena la creatività generando alternative costruttive. Si combinano così consapevolezza e immaginazione, analisi e progettualità, significati e scopi. Le intuizioni si elevano in visioni e queste in obiettivi realistici e sfidanti. La logica affermativa plasma materiali grezzi in opere compiute e benefiche. La felicità, che è un tipico istinto umano (basta vedere il sorriso di un bimbo per capire cosa sia e quanto possa essere contagiosa), diventa un progetto di vita da realizzare nella pratica. Gli obiettivi sono elaborati in termini affermativi, essendo positivi e non evitanti. Nella logica del coaching, lo scopo non è mai evitare di essere tristi, ma creare modi originali e unici per essere felici.
La logica affermativa sostituisce quella critica. Non è sufficiente comprendere le cause dei problemi, capire il presente tramite il passato e nemmeno modificare i paradigmi di interpretazione. Liberare le potenzialità comporta l’allenarle nella stesura di alternative concrete, nella ricerca di soluzioni che sfruttano il problema come pre-testo, nell’andare verso il futuro. Così la disoccupazione si risolve in ricerca della vocazione, il disorientamento in un nuovo significato di vita, il sovrappeso in un nuovo stile di esistenza, la solitudine in una rinnovata possibilità di amare, l’insicurezza nella coscienza delle proprie potenzialità, il conflitto in una nuova cultura relazionale. Nell’ambito organizzativo, la logica affermativa trasforma la visione imprenditoriale in matrice culturale che genera cambiamenti nel qui e ora. Grazie alla visione, i problemi vengono riletti in termini di obiettivi di sviluppo, facendo leva sull’allenamento delle potenzialità aziendali.
La logica affermativa sostituisce anche il pensiero positivo. Il principio di realtà non viene negato. Una sconfitta, un fallimento, un evento doloroso sono eventi negativi e non positivi (sarebbe come confondere salute e malattia o una carezza e un pugno), semmai vengono attraversate, accolte e dunque trasformate apprendendone lezioni di vita.
Una delle più interessanti applicazioni della logica affermativa è nel Teen & Parent Coaching. Chiunque ha figli adolescenti in crisi o si occupa di adolescenti per professione sa che i vecchi paradigmi educativi, in situazione di crisi, non funzionano. Cerchiamo di crescere i bimbi scovando attitudini, alimentando interessi, esplorando con il gioco le loro potenzialità, alimentando gioia e motivazione, restituendogli amore incondizionato e cercando di rispettarli nella loro personalità evolutiva. Ma quando i bimbi diventano adolescenti, allora diventiamo nostalgici della vecchia maniera, quando “bastava un bello schiaffo per sistemare le cose”. Gli adulti in crisi di fronte alle nuove generazioni tendono a riscoprire la logica del bastone e della carota. Di fronte a comportamenti inadeguati, sbagliati o nocivi, cercano di ripristinare relazioni di potere. Provano a privare, sottomettere, restringere, togliere, minacciare o corrompere (se studi, ti compro…). Fanno cose che non hanno mai fatto con i bimbi e pensano che possano funzionare quando diventano giovanissimi adulti! Arrivano a restringere i loro spazi di socialità o persino vietare l’attività sportiva. Ma sperimentano che tutto ciò non funziona! Alcuni, esasperati, distruggono computer o sequestrano cellulari con il risultato di trasformare una relazione di amore in un conflitto impotente. E allora “Non devo fare niente??”, afferma disperato e impotente il genitore esasperato.
Al contrario, si può fare moltissimo. Invece di togliere e sottomettere, la logica affermativa aspira a proporre, costruire e riparare. Le proposte ad alto tasso di contenuto educativo richiedono impegno e creatività. La demotivazione a studiare si supera con visioni e vocazioni, il rispetto degli orari con negoziazioni e soluzioni creative (sperando che l’adolescente esca dalla stanza!), il distacco dal cellulare con relazioni di amicizia e di amore vissute nella realtà e non nelle chat, il coinvolgimento nella casa con responsabilizzazioni pratiche e non con prediche infinite… Gli adolescenti cambiano quando si sentono utili. Provate a coinvolgerli nel vostro lavoro (ma veramente e non per finta) o ditegli di aiutare i fratelli e le sorelle più piccoli e fateli partecipare a attività extrascolastiche di aiuto agli altri, e vedete come la loro motivazione ad apprendere si trasforma. Gli errori, anche gravi, non vanno puniti, vanno riparati. Pochi giorni fa, un gruppo di ragazzi di Palinuro, in preda alla noia, ha fatto un serie di atti vandalici nella locale scuola elementare. Hanno persino ripreso i loro gesti (perché il reale è solo quello che è catturabile da un cellulare). I carabinieri li hanno identificati con le telecamere locali e i genitori con i video scambiati nelle chat. Invece di punirli però, genitori e autorità hanno proposto di riparare i danni che avevano fatto. I genitori hanno pagato quanto dovuto per rimettere a posto le cose e i ragazzi si sono resi disponibili a pulire la spiaggia libera dai rifiuti. Hanno lavorato un’intera settimana sostenuti anche da altri ragazzi. Un’azione vandalica si è trasformata in un progetto utile all’ambiente e alla comunità. E non c’è dubbio che questi ragazzi hanno avuto la possibilità di capire, comprendere, riparare e costruire. Non solo per gli altri, ma anche per se stessi.
La Logica Affermativa è un principio ispiratore che ci dice che anche nelle difficoltà possiamo costruire, che possiamo trasformare i nostri limiti in obiettivi, un problema in occasione di miglioramento e le nostre debolezze in occasioni di crescita. Sono i “si” che aiutano a crescere.